Abbinamento cibo-vino, cose da sapere…

Non so voi ma se penso agli abbinamenti cibo-vino il pensiero si ferma a poche regole:

con le pietanze a base di carne rossa si abbina il vino rosso

con le pietanze a base di pesce si abbina il vino bianco

per i piatti particolarmente “complessi/strutturati” si abbina il vino con gradazione alcoolica alta diversamente per piatti più leggeri vini con gradazione alcoolica bassa

Mi sono resa conto che quanto so è davvero il minimo sindacale :(, un pasto non è completo se non è accompagnato dal/dai giusti, aromi e profumi che scaturiscono da un buon vino, per cui ho cercato qua e là qualche informazione per afferrare meglio l’argomento e visto che c’ero ho pensato di condividere quanto trovato.

Premetto che quanto scriverò è frutto di ricerche che ancora non ho personalmente sperimentato. Avvalendomi delle informazioni ricavate da articoli di esperti nel settore vorrei “sommariamente” dare una “infarinatura” di come il giusto abbinamento di un vino possa esaltare una pietanza, che sia questa dolce o salata.

Allora iniziamo…

Escalation degustativa

Esiste una “regola” che spiega il corretto susseguirsi dei vini offerti durante un pasto, poichè l’abbinamento non è solo proporzionale al sapore, intensità, etc.. del cibo ma anche allo scandire dell’arrivo delle portate, quindi:

  • all’inizio del pasto si servono vini giovani, più leggeri
  • prima i vini bianchi, più freschi, secchi e semplici
  • per concludere i vini invecchiati, più robusti, i rossi, i vini serviti a temperatura ambiente, quelli più gradevoli, “abboccati” e prestigiosi.

Tipologie di abbinamento tra cibo e vino – regole generali

E’ bene sapere alcune regole base che riguardano il rapporto cibo e vino quali:

La concordanza

Cosa si intende per concordanza? Questo sostantivo significa “far conciliare il sapore della portata con quella del vino”, si applica all’intensità, alla persistenza e alla struttura del cibo.

Qualche esempio:

  • se la pietanza è elaborata, strutturata e condita è bene abbinare, per la regola della concordanza, un vino strutturato e corposo
  • se la pietanza è semplice e delicata, per lo stesso principio, il vino servito sarà leggero e poco corposo.

Un esempio: portata dolce = vino dolce (o bollicine).

La contrapposizione

Cosa si intende per contrapposizione? La parola non inganna difatti è l’opposto della concordanza, la base di questo principio è l’equilibrio. Qualche esempio per capirci meglio:

se avete previsto di desinare con dei piatti succulenti, come le carni rosse alla griglia o al forno è bene servire un vino corposo o tannico che vi permetta di “asciugare la bocca”

se ad una festa presentate pietanze con presenza di grassi e untuosi, tipo i formaggi di media stagionatura, gli insaccati, è bene servire dei vini con buona acidità ovvero vini rossi leggeri, freschi e di media tannicità

se in una sera di inverno cucinate delle pietanze mobide o tendenti al dolce (non dolci!), come ad esempio dei legumi o carboidrati allora è bene servire dei vini bianchi leggeri e freschi

se siete in una baita in trentino (o a casa vostra) e servite pietanze con tendenza amara, molto saporiti, intensi e strutturati come ad esempio del brasato o della selvaggina allora è bene abbinare un vino rosso di grande struttura, tannicità e lungo affinamento.

Vino e cibo di stagione

Come per la frutta e la verdura che, se di stagione è più buona e più “salutare”, così anche i vini variano a seconda della stagionalità dei piatti.

E quindi avremo vini meno corposi, leggeri e freschi nel periodo estivo e vini corposi e decisi nei periodi freddi.

Vino e cibo – tradizioni

E naturale pensare ed è anche una regola sottesa che il cibo di un territorio si abbina perfettamente al vino prodotto dallo stesso paese e quindi: i cantucci si sposano con il Vin Santo, lo zampone e lenticchie con il Lambrusco di Sorbara, il Porceddu allo spiedo con il Cannonau di Sardegna e la cassata siciliana con il Passito di Pantelleria.

Mission impossible: gli abbinamenti ostici

Le regole da seguire sono molte, molte e molte di più di quelle che riporto in questo articolo per un abbinamento perfetto tra cibo e vino, ma ho scoperto che vi sono comunque degli alimenti che difficilmente, da soli e non accompagnati con altri ingredienti, trovano il giusto abbinamento con una qualche tipologia di vino. Di seguito qualche esempio:

  • il cioccolato fondente
  • il pomodoro in insalata
  • gli asparagi
  • la frutta
  • e altri ancora…

Curiosità

Lo sapevi che… il modo di dire “Bicchiere della staffa” nasce in Italia.

Il significato indica l’ultimo bicchiere di vino prima di congedarsi da una compagnia, da un locale con l’intento finale di tornare al proprio focolare.

Varie sono le ipotesi della nascita di questo modo di dire, le più accreditate sono le seguenti:

1° ipotesi

Il “Bicchiere della staffa” è un usanza toscana del XIX secolo: gli osti accompagnavano i loro ospiti fino al cavallo e gli offrivano in omaggio l’ultimo bicchiere di vino prima di mettere il piede sulla “staffa” e andar via (staffa = appoggia piede di metallo utile per salire o scendere dal cavallo) .

Era un formula per augurare buon viaggio e anche per ringraziare di aver scelto la loro locanda e aggraziarsi l’ospite, offrendo il miglior vino della casa, così da invitarlo a tornare a servirsi da loro.

2° ipotesi

Il “Bicchiere della staffa” viene coniato nel 1481 quando Chiara Gonzaga (figlia del marchese di Mantova, Federico I Gonzaga e di Margherita di Baviera) e Gilberto I di Borbone suo novello sposo (conte di Montpensier, delfino d’Alvernia e futuro vicerè di Napoli) stavano viaggiando verso la Francia durante il loro viaggio di nozze. Stanchi del lungo viaggio fecero sosta presso l’Ostaria San Giorgio a Torino. Secondo quanto riportato in un libro del 1988 di Carla Torre Navone, prima di ripartire per la luna di miele “bevevano il vino servito dall’oste avendo già un piede nella staffa”.

Foto: Wikipedia – Federico I Gonzaga

Spero che questo articolo vi possa essere utile o accendere il vostro interesse sul “mondo vino”.

…alla prossima!!

Breve glossario

ABBOCCATOVino gradevole con leggero residuo zuccherino
AMABILEVino dolce
AFFINAMENTOUltima fase della maturazione del vino (avviene prima dell’imbottigliamento)
STRUTTURATO (CORPOSO O ROBUSTO)Vino bianco e rosso con residuo fisso e volume alcolico elevato
TANNICITA’Sensazione di secchezza in bocca all’assaggio di vino rosso
VINO TANNICOVino ricco di tannini – sostanza presente nella buccia e nei vinaccioli dell’uva che conferiscono al vino un gusto astringente e allapante (che lega i denti alla bocca)

Fonti/Bibliografia

  • www.quattrocalici.it
  • www.degustibuss.it
  • www.blog.winelivery.com
  • www.cantinaterzini.it
  • www.wineshop.it

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